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Rainulfo Drengot

 

Rainulfo Drengot, detto anche Ranulph, Ranulf, o Rannulfo (... – giugno 1045), è stato un cavaliere e nobile normanno che divenne il primo conte di Aversa (1030-1045).

Rainulfo era appartenente alla famiglia Drengot-Quarrell, originaria di Villaines-la-Carelle, una località vicino Alençon, nella Bassa Normandia. Rainulfo aveva quattro fratelli:Gilberto, soprannominato Buatere, Asclettino, Osmondo e Rodolfo.Osmondo, il fratello maggiore di Rainulfo, uccise una persona vicina al duca Riccardo II di Normandia e perciò, con l'accusa di tale assassinio, fu bandito dal regno. Così lui e tutti i suoi fratelli accompagnarono (insieme ad una masnada di 250 guerrieri composta da altri esiliati, militari senza terra e avventurieri simili) in un pellegrinaggio a Monte Sant'Angelosul Gargano, al santuario dell'arcangelo-soldato Michele (1017). Alcune fonti affermano che i guerrieri Normanni fecero una tappa anche a Roma per incontrare papa Benedetto VIII. Le fonti divergono sul capo della compagnia di ventura: Orderico Vitale e Guglielmo di Jumièges dicono che fosse Osmondo. Per Rodolfo il Glabro era Rodolfo. Leone Ostiense, Amato di Montecassino e Ademaro di Chabannes nominano invece Gilberto Buatère: infatti la maggior parte delle cronache dell'Italia meridionale indicano in Gilberto il capo normanno nella battaglia di Canne (1º ottobre 1018.

Qui i normanni guidati dai Drengot cominciarono ad offrire la loro protezione, dietro pagamento di un compenso, ai pellegrini diretti al santuario, in modo da metterli al riparo dalle scorrerie degli altri predoni, facendosi presto conoscere per la loro valentia nelle armi.Fu così che si unirono alle forze di Melo di Bari, il quale, dopo la fallita rivolta antibizantina del 1009-1011, cercava quel sostegno militare che scarseggiava tra i longobardi e che l'imperatore Enrico II gli aveva negato. Ma la battaglia combattuta a Canne (1 ottobre 1018) fu per gli insorti un vero disastro: le truppe furono decimate e il loro capo, Gilberto, fratello di Rainulfo, cadde in battaglia (secondo un'altra versione eliminato dopo la battaglia dallo stesso Rainulfo, che ne prese il posto).A questo punto Rainulfo Drengot emerse come capo indiscusso delle rimanenti milizie normanne, che si ritirarono dalla Puglia in Campania. Qui, secondo Amato di Montecassino, si ritrovarono senza alleati e circondati da nemici, ma riuscirono a trarre vantaggio dalle forti rivalità che dividevano gli indisciplinati principi longobardi.Rainulfo fu in un primo tempo al servizio del principe longobardo Pandolfo IV di Capua. «Sotto la sua protezione» – scrive Amato[1] - «essi si diedero a saccheggiare i territori dei vicini e a tormentare i suoi nemici. Ma visto che la mente umana è incline all'avidità e alla fine il denaro trionfa sempre, di tanto in tanto essi lo abbandonarono... Vendettero i propri servigi come poterono, a seconda delle circostanze, offrendo di più a chi dava di più».Ben presto la bilancia del potere nella Campania longobarda cadde proprio nelle mani dei Normanni. «I Normanni non desiderarono mai che uno qualsiasi dei longobardi riportasse una vittoria decisiva, poiché questo avrebbe potuto giocare a loro svantaggio. Sostenendo ora l'uno ora l'altro, essi fecero sì che nessuno fosse sconfitto del tutto»[1]Nuovi rinforzi normanni incrementarono il numero di soldati sotto il suo comando.

Rainulfo Drengot si alleò, così, con il duca Sergio IV di Napoli. Dopo ripetuti successi, nel 1030 il duca Sergio gli offrì l'ex roccaforte bizantina di Aversa, a nord di Napoli, insieme al titolo di conte e alla mano di sua sorella, Sichelgaita, che però nel 1034 morì. Rainulfo sposò allora la figlia del duca di Amalfi e nipote di Pandolfo IV di Capua, acerrimo nemico di Sergio. Da questo momento cominciò l'opera di espansione del proprio territorio, a spese soprattutto dell'Abbazia di Montecassino.Il titolo comitale di Aversa gli fu riconosciuto e confermato nel 1037 dall'imperatore Corrado II. Dopo aver sconfitto in battaglia i Bizantini nel 1038, Rainulfo si dichiarò principe, formalizzando la propria indipendenza da Napoli e dai suoi precedenti alleati longobardi. Conquistò il principato del suo vicino Pandolfo e con l'approvazione di Corrado lo unì al proprio, costituendo così l'entità politica più vasta di tutto il Mezzogiorno d'Italia.Nel 1039 fu al fianco di Guaimario IV di Salerno e dell'imperatore Corrado.Nel frattempo Guglielmo d'Altavilla, detto Braccio di Ferro, rientrava nel settembre 1042 a Melfi, dove tutti i normanni lo elessero Capo supremo. Egli si rivolse a Guaimario V, principe longobardo di Salerno, e allo stesso Rainulfo Drengot, Conte di Aversa, e propose ad entrambi un'alleanza alla pari. L'unificazione delle due famiglie normanne, Altavilla e Drengot, fu motivo di forza, perché esse si basavano concretamente sui possedimenti di Aversa e di Melfi. Guaimario offrì il riconoscimento ufficiale delle conquiste: alla fine dell'anno con lo stesso Rainulfo con Guglielmo, si recarono insieme a Melfi e riunirono una assemblea dei baroni Longobardi e Normanni, che terminò al principio dell'anno successivo (1043). In questo Parlamento generale, Guaimario V di Salerno garantì agli Altavilla il dominio su Melfi. Braccio di Ferro si distinse, così, da Rainulfo I Drengot, capo dei territori della Campania, che ottenne anche la sovranità su Siponto e sul Gargano, ex territori bizantini.Tutti offrirono un omaggio come vassalli a Guaimario, che riconobbe a Guglielmo I d'Altavilla il primo titolo di Conte di Puglia. Per legarlo a sé gli offrì in moglie la nipote Guida, figlia del Duca Guido di Sorrento. Guaimario riconfermò il titolo di Conte anche allo stesso Rainulfo.

Rainulfo Drengot morì nel giugno del 1045 senza figli; gli successe il nipote Asclettino II, figlio di suo fratello Asclettino I.Le principali fonti storiche sulla vita e le imprese di Rainulfo sono le opere degli storici Amato di Montecassino e Guglielmo di Apulia, suoi contemporanei.

[da Wikipedia]

Acerra: Lapide a Rainulfo Drengot

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